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mercoledì 18 marzo 2015

Indie Rpg 12: Misteriose Palette colorate



Capita sempre più raramente che trovi un gioco che ti ha coinvolto nella giusta maniera dandoti non solo le tre componenti che cerchi - RPG, horror, indie - ma anche e soprattutto che ti abbia messo alla prova costringendoti ad utilizzare il cervello al fine di arrivare a finirlo. Ancora più raramente succede che il gioco in questione riesca a invogliarti a giocarlo sempre di più man mano che procede dopo non averti fatto una grande impressione a pelle. Beh, stavolta hai decisamente fatto centro: Palette, un misterioso gioco investigativo. 

Da subito ammetti che non ti aveva affatto colpito tanto che avevi persino pensato di dropparlo: nulla di accattivante a livello grafico - perchè si, la grafica negli RPG non è essenziale ma l'occhio vuole comunque sempre la sua parte - una introduzione longherrima che stentavi a capire dove volesse andare a parare e una difficoltà continua a capire cosa dovevi fare e quali erano i tuoi fini. Stavi sbagliando e per fortuna hai perdurato e ci sei andato di caparbietà come l'esimio Oriali di cui parla una canzone di Ligabue.

Sviluppato da tal Finger Puppet e scaricabile qui, si tratta di un'esperienza videoludica che permetterà di immedesimarsi in una sorta di scena del crimine attraverso i ricordi di una bambina. Voi sarete lo psichiatra - famoso e con tanto di show televisivo - chela guiderà nel tentativo di ricostruire i suoi ricordi al fine di capire come siano veramente andati i fatti. 

Il primo punto di forza è decisamente l'originalità dell'idea che sta alla base. Se horror tipo investigativo non sono nuovi, la maniera in cui il gioco viene sviluppato è decisamente molto interessante. Parte una telefonata dello psichiatra e ti trovi proiettato in questa stanza senza sapere cosa devi fare. Provi ad interagire con gli oggetti e scopri che ve ne è uno che cambia lo scenario inserendo delle sagome che tu dovrai riempire. Come? Trovando altri oggetti in altre stanze e ponendoli su di esse. 

Strettamente connesso a questo vi è la componente RPG, altro punto di forza. Innanzitutto ci si trova in stanze apparentemente sconnesse le une dalle altre, raffigurate in maniera molto minimale su sfondo nero attorno. Lungi dall'essere una pecca, questo crea un effetto di frammentarietà perfettamente consono alle memorie della protagonista. Le uscite dalle varie stanze sono indicate come dei semplici quadratini che cambieranno colore a seconda siano raggiungibili o meno in un dato momento: se accessibili sono rosse, in caso contrario bianche. Se ci si trova in quest'ultima situazione, significa che bisogna ancora recuperare un qualche oggetto o vedere qualche scena prima di poter accedervi. Una volta passate, quelle che hanno portato al recupero di oggetti necessari per riempire le sagome saranno segnalati da un quadratino solo bordato di rosso, il che agevola decisamente la memoria dei luoghi già visitati. Perchè l'altro grosso pregio del gioco è proprio questo: non viene prevista una mappa - il giocatore farà bene a farsene una su carta - il che ti porta a ripercorrere gli stessi luoghi continuamente creano un senso di confusione e aizzando ad usare il tuo cervello continuativamente. Non è insomma un gioco facile e spedito: qui i neuroni del giocatore hanno il loro bel da fare. Si conduce il personaggio coi tasti direzionali, mentre il tasto azione è la barra spaziatrice o il tasto invio. Le cose vengono poi ulteriormente complicate dalla presenza di una barra laterale che funge da sorta di "barra della vita": attraversare una porta oppure rompere uno dei tanti specchi di vetro sparsi che costituiscono l'unico ma fastidioso ostacolo presente, comporta la perdita di un mattoncino di vita; terminati gli stessi la protagonista accuserà un forte mal di testa e sarai proiettato nuovamente presso la stanza dello psichiatra dovendo ritelefonare. Aggiungiamoci che questa "barra della vita" cresce al crescere di elementi che vengono recuperati; dapprima pochi mattoncini renderanno difficile raggiungere taluni posti, bisognerà aguzzare l'ingegno per capire quali siano accessibili al fine di far progressi. 

 Il menù - a più livelli - è molto essenziale ma efficace; richiamabile tramite il tasto esc, permetterà di vedere quali siano gli oggetti e i frammenti di memoria recuperati, di visualizzare lo status del giocatore -cosa tutto sommato inutile perchè l'unica cosa rilevante è la barra di cui hai parlato prima - e di procedere ai salvataggi. Altri slot sono presenti - ad esempio magie etc. - ,a non sembrano essere stati implementati per il momento. 





Di pari passo con la componente RPG va poi la storia che sarà gradualmente ricostruita grazie ai frammenti di memoria progressivamente recuperati, consentendo al giocatore di rimanere sempre coinvolto e di continuare a porsi domande. Fino ad un finale che graficamente è davvero deludente ma che dal punto di vista della narrativa non è affatto male. 

Le altre componenti sono rilevanti in misura decisamente inferiore. 

Buona la giocabilità con movimenti fluidi e personaggio che si muovono abbastanza velocememente. Sei ben disposto a perdonare al presenza di qualche bug come quello che si vede qui.



Il comparto grafico non mostra alcun guizzo, rimanendo ancorato al classico RPG indie. Non ci sono screamer o immagini particolarmente curate, persino la schermata introduttiva è davvero minimale. 

Il comparto sonoro pure è alquanto scarno pure se efficace. Un costante rumore sordo e fastidioso caratterizzerà il gameplay - tanto che ad un certo punto hai tolto l'audio -; vi saranno pochi rumori come quelli dei vetri che crashano. La colonna sonora stessa - che potrete udire al completamente del gioco - è carina ma davvero nulla di memorabile. 

Storia - maniera in cui viene svolta - componente RPG - idea: questi in sunto i pregi di un RPG particolare che offre un paio d'ore di buon e stimolante divertimento. 

Chiudi qui chè hai detto abbastanza; se ti sei dimenticato qualcosa casomai contatti lo psichiatra del gioco.



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