Hai già avuto modo di dare il tuo giudizio conclusivo su Tokio Ghoul Radicequadratadia. In quel caso sei stato spinto da una forte attesa che è rimasta parzialmente delusa. Sai già - chè qualche amico si diverte a gettarti qualche spoiler anche se lo hai chiesto quanto un assetato chiede una piazza al salamino piccante - che l'anime ha preso una direzione diversa dal manga. Tu il manga non lo hai letto ma a questo punto conti di farlo se avrai tempo e speri vivamente che le cose stiano diversamente.
Intanto però quasi tutte le serie dell'autunno inverno stanno finendo e ce n'è almeno una su cui avevi riposto le stesse speranze che la Nazionale Italiana aveva posto su Balotelli che decisamente non ti ha deluso: Kiseiju.
Qualcosa qui è li' è sfuggito; tuttavia nel complesso si è trattato di un anime godibile che ti ha divertito e incuriosito il giusto.
E allora decidi che ci scrivi due parole; se poi diventassero quattro non pensi che qualcuno se l'avrà a male.
Che questo anime sia stato realizzato bene è sotto gli occhi di chiunque; che questo anime fosse in grado però di mantenere le aspettative di Thriller- Horror della stagione era cosa non cosi' sicura. Invece lo ha fatto, finendo nella tua personale classifica per vincere persino contro la radice quadrata di a.
Grafica e animazioni sono decisamente ben fatte; la regia è in grado di incutere il giusto senso di ansia che ti aspetti da una serie di questo genere. Le musiche sono sempre le stesse ma son fatte davvero bene; i personaggi sono ben caratterizzati e alcuni subiscono decisamente una evoluzione che ne fa degli ottimi protagonisti o comprimari.
Bon basta, finisce qui, andate in pace.
Scherzone.
La storia dovrebbe decisamente essere il pezzo forte, quello attorno a cui gira tutto. Lo è? beh, in parte.
Ti piace molto il rapporto tra Shinici e Migi, la capacità - al di là di una apparente impossibilità di comprensione reciproca dovuta alla totale mancanza di empatia di Migi superata grazie ad un'insaziabile volontà di conoscenza - di prendere delle scelte assieme, calcolando i valori - o la loro mancanza - dei due. Cosi' se Shinici vuole a tutti i costi evitare di uccidere, Migi appare molto più pratica - sino ad assumere i tratti del cinismo anche se tale non è - e sbrigativa nel prendere decisioni che possono danneggiare gli altri - non ha valori da soppesare, deve solo e unicamente sopravvivere e prevalere. Tuttavia le cose cominceranno a cambiare nel prosieguo della storia. Se il detective impiccione viene in un primo momento salvato da Shinici, il protagonista stesso viene invece salvato dalla stessa Migi nel suo primo scontro con Gotou. Certo, era stato già salvato in una occasione precedente - cioè quando incontro la propria madre trasformata in parassita - ma li' era pure egoismo di Migi che doveva far presto al fine di non appassire essa stessa. Nel secondo caso invece sacrifica se stessa. Uno sprizzo di amicizia, un sentimento che il parassita non conosceva ma che ha imparato pian piano.
Piace parecchio la crescita emozionale di Shinici: partito come scolaro tutto sommato abbastanza sfigato, diviene progressivamente un gran figo a causa delle situazioni che si trova a dover affrontare e, in buona parte, dell'addizione delle cellule di Migi che si spargono per il suo corpo dopo che viene salvato una prima volta consentendogli di diventare molto più calmo e meno guidato dalle emozioni al punto che il padre gli domanda se è fatto di ferro. Non che questo significhi perdere però la sua umanità: i sentimenti riaffiorano nei momenti di massima tensione siano essi positivi - amore per la compagna di classe la quale rappresenta l'angelo della situazione disposto a ronzargli intorno sia pure Shinici non le dica tutto - o negativi - la paura nell'affrontare Gotou.
Piacciono parecchio pure alcuni personaggi comprimari, prima fra tutte Tamura Reiko. Parte decisamente come l'antagonista principale, si fa odiare a causa della maniera in cui accudisce il proprio figlio e tuttavia progressivamente riaffiora la sua volontà di capire piuttosto che di uccidere indiscriminatamente gli esseri umani, fino ad accettare di morire.
Non piacciono invece altri comprimari il cui ruolo sembra esaurirsi un po' presto e senza alcun contributo veramente significativo. E' il caso di Kana, strana teppistella che per qualche motivo è sensitiva e sembra avvertire la presenza dei parassiti: il suo personaggio esce di scena troppo repentinamente dopo averci dato l'impressione di poter essere importante. Fa la sua parte fino alla tragica scomparsa anche il detective ma in sostanza non aggiunge nulla a quello che già la sceneggiatura ci permette di conoscere; poteva essere utilizzato magari - vista la sua professione - per indagare sulle origini dei parassiti. Altri personaggi, come la vecchietta della terz'ultima e penultima puntata che da consigli a Shinici mentre quest'ultimo si appresta ad affrontare Gotou, finiscono per assumere molto importanza dal punto di vista della morale ma quasi nessuna da quello della effettiva presenza.
Non piace moltissimo la morale finale, fin troppo scontata ed in parte abusata negli anime. Il concetto che alla fine si desume e che l'uomo, nel plasmare il mondo ai suoi bisogni, lo sta progressivamente rovinando. A tal fine i parassiti si porrebbero come i predatori naturali della specie umana il cui numero di membri è ormai divenuto troppo elevato. Tuttavia, se questo è il piano, beh, non viene realizzato in quanto i parassiti, specialmente una volta che si sono organizzati, si limitano a costituire la propria comunità anzichè conservare la loro funzione di predatori che viene mantenuta solo dove necessario. Si accorgono ben presto che non potranno però trovare alcuna forma di convivenza in quanto l'uomo non glielo permetterà: sia questo organizzando un raid al fine di ucciderli, sia - e viene spiegato in maniera semplice e spietata - con le sue abitudini letali per l'ambiente - si veda la morte di Gotou. Non solo: alla fine risulta chiaro che l'uomo stesso è predatore naturale di se stesso: l'ultima puntata parla molto chiaro in proposito.
Non piace nemmeno che qualche piccola questione sia rimasta in sospeso. Non è data in realtà una spiegazione conclusiva delle origini dei parassiti, non viene spiegato approfonditamente come prendano il controllo dell'uomo, non viene nemmeno totalmente rivelato come quell'esperimento che Tamura condusse e che si chiama Gotou fosse possibile. Non che questo vada comunque a compromettere un buonissimo anime, solo lascia un tantino lo spettatore a fantasticare laddove in un'opera come questa risposte dirette - e talvolta crudeli - sarebbero decisamente preferibili.
Nel complesso si tratta comunque di un buonissimo anime che ti senti di raccomandare: dopo averlo visto nessuno potrà considerare i parassiti nella stessa maniera di prima.
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