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venerdì 5 giugno 2015

Flashgames episodio 7: quando il flash serve come presentazione per i film, the Grudge


Ormai ti sei incaponito con i flashgames punta e clicca dell'orrore e ciò è cosa buona e giusta. Talvolta il successo di una serie può dipendere non solo dalla genialità - o pazzia - dello sviluppatore; non solo dalla grafica e/o giocabilità notevoli; non solo dalla sapiente combinazione di are grafica e sonora al fine di creare un'atmosfera di pazzia mai vista. Può essere anche un successo di ritorno, dovuto a quello che ha riscosso il brand mediante altre incarnazioni. The Grudge ha una storia molto lunga: la prima release del film è del 2004.

Girovagando per l'Internetto hai anche scoperto che è un remake di un film dell'anno precedente - che facciano dei remake su film di poco anteriore è parecchio strano - ovvero "Ju-On - Rancore" che ti ricordi di aver visto e ti era pure piaciuto. Tanto detto, il film risulta essere prodotto dalla Sony che, tra le altre cose, significa anche Playstation. E difatti il gioco c'è eccome: per presentarlo la stessa Sony decide di farne una specie di teaser interattivo in flash che...beh vedrete poi. 

La fortunata carriera del brand non si esaurisce ed escono anche il secondo e terzo episodio nel 2006 e 2009. Per il secondo episodio viene ancora una volta realizzato un giochino in flash ad annunciarlo.

Di questi due flashgames parlerai ora: se qualcuno non viene a portarti via ovviamente. 



Approcciando questi due giochi devi subito avvertire che davvero non c'entrano nulla l'uno con l'altro: il primo è ascrittibile alla categoria dei giochi dell'orrore; il secondo ha sicuramente spunti horror ma è essenzialmente un puro gioco di fuga da una stanza. Andiamo per ordine. 

Partendo dalla grafica il primo vince a mani bassissime: nettamente improntato allo stile cinematografico, gode di una definizione spaventosa - laddove si vuole - e di una mancanza della stessa - sempre laddove si vuole - volutamente creata al fine di formare l'atmosfera di orrore. Ecco cosi' il buio completo che circonda le schermate e l'apparire solo di uno sprazzo di luce a delineare i contorni della stanza - comodo espediente anche per poter evitare eccessiva pesantezza della schermata; chè se già cosi ogni transizione da una stanza all'altra si accompagna a caricamenti, pensare come sarebbe stato in caso di una schermata completa di particolari - ; ecco che accanto all'ambiente principale in cui ci si trova appaiono sfocate le altre due direzioni completamente immerse nel buio; ecco la presenza massiccia di screamers fin dall'inizio che fanno pensare che si possa morire già al primo click del mouse. Il secondo utilizza invece il disegno, molto più leggero anche se comunque ben fatto, concedendosi solo un paio di abbellimenti nella forma di una foto e di un quadro. Entrambi i titoli presentano invece un'introduzione interattiva che li impreziosisce. 



Dal punto di vista della giocabilità, di nuovo la situazione è completamente diversa. 

Nel primo episodio non ci sono menù, ci sono soltanto alcuni oggetti con cui interagire al fine di poter sbloccare delle scene successive. Niente documentazione di alcun tipo a raccontare la storia: solo un modulo per il consenso del giocatore all'inizio - chè oh, mica volevano prendersi la responsabilità di far schiattare qualcuno alla Sony - e una lista iniziale di cose da fare. Che sarà maledettamente difficile portare a termine, dato che il gioco è totalmente casuale: per ogni azione compiuta vi è una percentuale di possibilità di finire ammazzati dalla protagonista del gioco che apparirà - o non apparirà - a random ponendo fine alle proprie speranze. Si dovrà riprovare più e più volte e l'unica amica sarà la speranza di essere fortunati. Che è poi quello che accade esattamente in ogni buon film horror, laddove la pianificazione e l'intelligenza non bastano ci si affida al destino: e questo ovviamente contribuisce a creare una sensazione di impotenza che finisce per essere componente fondamentale del genere. 
Nel secondo le cose cambiano: esistono oggetti da recuperare, da combinare, da utilizzare con gli altri oggetti presenti nello schermo al fine di avvicinarsi al proprio obiettivo che è quello di uscire dalla stanza. Esiste cosi' un menù laterale; esiste una funzione per esaminare gli oggetti che verrà utilizzata per poter combinarli. La sfida principale è quella di cliccare nei punti giusti delle schermate - aiutati dal fatto che il cursore cambia di forma quando ci si posiziona su aree interagibili - al fine di trovare ciò che serve. Interessante invece la scelta di presentarlo quasi come un gioco contenuto all'interno di un dispositivo portatile. 



Se il secondo vince decisamente come gioco vero e proprio, il primo torna a prevalere quanto a componente horror. Screamers, scene disturbate, buio e un comparto sonoro eccellente danno i brividi. E soprattutto: morte. Si muore e lo si fa spesso. 
Il secondo si affida invece a pochi rumori - porte che si aprono, stridii, un gatto che miagola - ripetitivi che danno noia dopo un po' e, dal punto di vista grafico, solo al finale con la sua animazione della protagonista. 















Quanto alla durata, quella del primo episodio è - per le ragioni già dette - totalmente casuale; raggiungere il finale vero e proprio potrà essere questione di 10 minuti come di ore. Il secondo ha una durata media di circa 20 minuti che possono aumentare qualora si resti bloccati. 

Infine i link: primo e secondo


Buon horror a tutti!

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