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mercoledì 18 novembre 2015

Flashgames episodio 22 : uno scuro lungo sogno



L'horror e la dimensione onirica sono stati molto spesso collegati sia nelle opere cinematografiche - due nomi su tutti: il simpaticone con la maglia a strisce di Nightmare e il pagliaccio con i suoi palloncini di Stephen King - che in quelle videoludiche - e qui basta nominare una ridente cittadina silente. 

Se l'idea non è dunque nuova, le molteplici possibilità di svolgerla permettono - se si ha cura abbastanza del proprio lavoro - di trovare sempre qualcosa di diverso , aiutati dalla poca conoscenza della mente umana e dal fatto che niente più di essa è libero e senza alcun tipo di limite. 

Questo è quello che è accaduto con la serie "The Sleep", tre flashgames sviluppati da tal Scriptwelder tra il 2012 e il 2014 . 

Pronti ad entrare nei perversi meandri della mente umana? Portatevi dietro una torcia, non si sa mai. 


Come detto si tratta di una serie di tre flashgames: Deep sleep, Deeper Sleep e The Deepest Sleep, ricalcanti i diversi livelli della psiche umana. 

Il gioco convince davvero sotto quasi tutti i punti di vista. 

A cominciare dalla trama ma più ancora dalla sceneggiatura - ovvero la maniera in cui la trama è svolta - : ci si trova catturati in una sorta di sogno lucido da cui si cerca di scappare, dovendo affrontare prima degli esseri conosciuti come Le Ombre - italianizzato, si tratterebbe di "Shadows" - e poi, nel livello più profondo, addirittura dei mostri che agli stessi fanno paura. Un viaggio complessivo di circa 2 ore, fino a uno dei due possibili finali, entrambi assolutamente shockanti. 

Dal punto di vista grafico, le soluzioni scelte appaiono quantomai azzeccate. Se infatti la grafica è volutamente pixellosa - forse anche per gli scarsi mezzi a disposizione -, la presenza di un'animazione pixellata a tutto schermo che fragmenta ulteriormente i contorni rende davvero bene il senso di incertezza della dimensione onirica e della insicura intellezione della stessa. Non solo non sai cosa viene dopo: soprattutto non sei nemmeno sicuro se quello che stai vedendo sia esattamente quello che la mente ti dice. La presenza di ambientazioni molto tetre e scure - illuminate soltanto da un torcia - e la stessa scelta dei luoghi - che non molto spesso presentano in realtà elementi horror visivi ma decisamente giocano piuttosto sulle luci ombre - mantengono vivo e costante un senso di ansia soffocante che ogni esperienza horror dovrebbe poter portare. Completano il quadro qualche screamer - nel primo capitolo. Piace moltissimo pure il fatto che entrambi gli ultimi capitoli siano dotati di una semplice ma efficace animazione introduttiva di riepilogo dell'episodio precedente. 


Dal punto di vista del gameplay, si tratta di un classico gioco di "fuga da una stanza" pur se in questo caso le ambientazioni sono piuttosto varie - si sarà all'interno di una casa, poi presso un mulino, poi presso una fontana, poi in una foresta etc. -; giocato interamente col mouse. Se nei primi due capitoli non vi erano cambiamenti nella forma del cursore - e quindi eri costretto a cliccare su tutti i punti che sembrano vagamente poter essere rilevanti -, nel terzo si arriva ad una mutazione sia di forma che di colore, rendendo più facile la prosecuzione. Nel corso della storia si dovranno raccogliere oggetti - che saranno stivati in una barra in alto non fissa a schermo ma richiamabile tramite semplice passaggio del cursore - che potranno poi essere combinati; non si avrà però l'ulteriore facilitazione di vedere l'oggetto utilizzato in automatico, bisognerà usare la testa ed individuare quello necessario ad ogni evenienza. Pochi saranno in realtà gli enigmi veri e propri - più che altro posizionare nella maniera corretta alcuni oggetti, trovare delle combinazioni da utilizzare poi per varie porte chiuse e, nel terzo capitolo, risolvere un gioco classico dell'illumina tutte le luci - visto che la maggior attenzione sarà riversata sul versante logico - pratico - combinare gli oggetti, usare quello giusto al momento giusto. La documentazione è piuttosto scarna - consistendo in note e frammenti di giornale più alcune scritte nei muri - ma una buonissima addizione sarà la possibilità di dialogare con altro personaggio nel secondo capitolo. Nel primo e secondo capitolo esiste solo un piccolo minigioco - riuscire ad effettuare una determinata operazione con ripetuti clic del mouse prima che il mostro in avanzamento sullo schermo ti prenda - mentre nel terzo si presenta una interessante variante corredata di barra superiore - muoversi il meno possibile col cursore la fine di evitare che la barra possa diventare rossa, il che condurrà il mostro, cieco ma con udito fine, a catturarci. Infine la cura riposta nel gioco si vede benissimo fin dall'inizio,con la presenza di un interessante menù iniziale. Va poi sottolineato che il secondo capitolo presenta una "missione secondaria" in classico stile Slenderman, ovvero raccogliere 14 note che permettono ricostruire un foglio strappato con la storia. 

Pure dal punto di vista sonoro le idee sono fruttuose. Musica di sottofondo molto tenue - quasi non sentibile - interrotta improvvisamente da rumori all'interazione con gli oggetti, al passaggio da una stanza all'altra o arrivanti da luogo sconosciuto sotto forma di bisbigli di qualsivoglia genere. Davvero una perfetta compenetrazione con la parte visiva: il risultato inquietante è garantito.

In definitiva un paio di ore nella parte più recondita della dimensione onirica: sei riuscito ad uscirne? 

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