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lunedì 23 novembre 2015

Rpg Indie episodio 22: benvenuti da McArthy


Ormai hai trattato davvero di una serie innumerevole di giochi Rpg Indie, sempre seguendo le direttive fondamentali della tua ispirazione: giochi indipendenti, di ruolo e possibilmente horror. 

Stavolta sei alle prese con due buonissimi prodotti della cui diversità c'è da dubitare come della obbligatorietà di presentare il 730. 

Senza ulteriori indugi a voi: Welcome To the Mansion e The McArthy Cronicles


Welcome to the Mansion rappresenta una delle tipologie di gioco horror più abusata da quando un certo Ao Oni - che volutamente non hai mai recensito in quanto pieno di gameplay facilmente consultabili su Youtube; ma per il quale hai speso alcune parole per il film - diede inizio al genere nell'ormai lontano 2011. Sviluppato da Jmaster2710 e scaricabile qui, il gioco narra infatti le avventure di alcuni ragazzi del liceo - supponi; le altezze dei giapponesi sono sempre molto discutibili - che si ritrovano ad esplorare una magione e devono riuscire a fuggire dalla stessa. Fin qui tutto sembra facile: peccato che la stessa sia abitata da un killer che non disdegnerebbe farli fuori. 

La trama peraltro si muove su una idea nient'affatto male. Il killer - si' quello vero - appare all'inizio dicendo che l'assassino reale - lui sarebbe solo una specie di ologramma - si annida proprio tra i ragazzi. Il che aprirà almeno uno scenario interessantissimo alla fine del gioco: ciascuno si recherà in una stanza per individuare chi sia il killer: indovinare significa fare tana liberatutti; sbagliare essere condannati. Fa molto Dangarompa come idea; peccato che il gioco non permetta di respirare quell'atmosfera di sana tensione derivante dal sospetto di tutti contro tutti che potrebbe avere. I ragazzi rimarranno infatti uniti fino al termine, cercando tutti insieme di venire a capo del mistero tramite gli indizi e soprattutto di trovare quelle 5 chiavi che saranno necessarie per sbloccare progressivamente le varie parti del gioco. Nessuna accusa, nessuna illazione: andiamo verso la porta conclusiva e poi si tireranno le somme. Piace però lo stesso la sceneggiatura, specialmente per l'inizio in cui i vari personaggi non partiranno assieme ma saranno di volta volta recuperati allo sbloccare di nuove locazioni. 

Se trama e sceneggiatura non sono male pur migliorabili, la componente RPG si presenta invece totalmente ridotta all'osso. Niente menu o inventari; pochissima documentazione - prevalentemente una mappa molto poco chiara e non stivabile, quindi non richiamabile a piacimento; tutte le informazioni vengono lasciate alle finestre di dialogo. Un cuore in basso a destra che richiama il battito cardiaco - sopra i 130 è GAME OVER -, una serie di fiale trovabili che dovrebbero contribuire a tenerlo basso ma che non possono mai essere usate, un'indicazione delle torce - in realtà averle o meno cambia davvero molto poco - e una scarnissima barra laterale ad indicare le chiavi trovate con diversi colori: tutto qui. Piace senz'altro il fatto che ci sia una sorta di tutorial scritto iniziale - più che altro per i comandi, non proprio quelli consueti - come pure non male è l'idea che correre implichi aumento del battito cardiaco. 

Un gioco che sembra essere abbastanza mediocre, insomma. Ma c'è un però. La giocabilità è molto buona, con garantita la possibilità di correre - con pressione in questo caso di L o SHIFT - e soprattutto la componente horror - che vive su una serie di inseguimenti che termineranno col GAME OVER automatico, visto che l'unica possibilità di scappare è solo, appena entrati da una porta, riuscirne - fa la sua parte più che egregiamente supportata anche da una grafica - pixellosa e vagamente ricordante i personaggi di South Park, soprattutto per gli avatar molto pompati - con animazioni di morte ben fatte e ben calate nel contesto. Il sonoro pure sembra molto ben curato con musiche dall'incedere incalzante e frenetico proprio nei momenti degli inseguimenti. Non piace proprio invece la colonna sonora iniziale, per qualche motivo un dance che proprio non trasmette quelle che dovrebbe. 

Relativamente veloce e con purtroppo qualche bug che costringe a ricominciare dall'ultimo salvataggio - possibile solo attraverso dei libri disseminati nelle stanze - in definitiva un gioco comunque divertente. 



Di tenore completamente diverso è McArthy Cronicles, punta e clicca investigativo paranormale. Sviluppato da The Thought Radar e scaricabile qui, si tratterebbe del primo episodio di quella che dovrebbe costituire una serie. 

La scelta grafica è la prima ad impressionare davvero: bianco e nero, giochi di luci molto noir che richiamano perfettamente le atmosfere che si vogliono creare in una città che sembra uscita da un film degli anni '30. Contrasta leggermente la scelta del menù iniziale - sembra quello di Windows '95 - ma per il resto piacciono invece davvero molto lo stile leggermente "fumoso" - basta un semplice filtro sfocatura sulle immagini - e i titoli di coda ad esempio. 






Si vestiranno i panni di una sorta di investigatore dell'occulto - con un passato tribolato e una costante pena per l'aver ucciso senza volerlo quando era un poliziotto - chiamato a chiarire la situazione di una strana magione, ora utilizzata come albergo. Dialoghi con i vari personaggi e une serie di enigmi di tipo logico - pensa a quale degli oggetti possa essere utile in una determinata circostanza - e di combinazione completano questo caso da sciogliere. 

Piace davvero molto la scelta della interazione. Bisognerà infatti tenere premuto il tasto sinistro del mouse per vedere apparire un cerchietto che presenta 3 diverse scelte a seconda di dove si diriga il puntatore: parlare, usare, esaminare. Piace anche la barra degli oggetti, posta in alto e che appare soltanto quando il cursore sia portato in alto nella schermata. Nessun oggetto viene utilizzato autonomamente, tutto viene ragionato istante dopo istante. E' pure presente una mappa dei tre luoghi ove ci si può spostare; non vi è invece quella relativa al singolo luogo anche perchè è abbastanza facile memorizzarne tutte le locazioni. 

La componente horror non è particolarmente accentuata, basandosi su alcune immagini per nulla terrificanti e su un sonoro molto piacevole e curato - addirittura si potrà sentire il calpestio delle pozzanghere. Nota di merito per il doppiaggio, davvero ben eseguito. 

Un'oretta circa e tutto si dipana - buona la trama peraltro -; si tratta tuttavia di una mezz'oretta che ti senti davvero di raccomandare. 


E' tutto per questo episodio; se siete in cerca di qualche investigatore per fatti strani e difficilmente spiegabili e/o comprensibili, beh, non chiamate il sottoscritto. 

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