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venerdì 4 dicembre 2015

In Sight: Tokio Ghoul Jack, dopo il fumetto anche l'OAV



Già avevi avuto di parlare del manga di Tokio Ghoul, quindi senza dilungarti in ulteriori spiegazioni inviti chi voglia un breve riassunto a navigare su questo lido

In breve: veloce e intenso, esattamente come l'attacco di un Ghoul. 


Caratterizzato da un grafica non particolarmente esaltante - almeno per i canoni odierni che fanno della CG una scienza che prevale sul disegno vero e proprio - e probabilmente volutamente un po' retrò - siamo 5 anni prima dei fatti narrati da Tokio Ghoul - in circa 27 minuti riesce - e bene - a riassumere i 7 volumetti del manga, non permettendo mai allo spettatore di annoiarsi. Prodotto dallo studio Pierrot - non credi servano referenze di alcun genere - , è uscito il 30 settembre del 2015. 

Non molte, per non dire nessuna, le differenze con il manga. Piuttosto alcune parti sono saltate - come quella del bidello che si rivelerà essere un ghoul - senza che questo pregiudichi minimamente la storia e la sua comprensibilità. 

Belle davvero le scene gore, ben rappresentate: mani tagliate di netto, teste che saltano, cadaveri cosparsi di sangue come buona caratteristica della serie. Un co-protagonista - Arima Kishou - freddo e apparentemente distaccato, veloce di pensiero quanto di mano; tale da oscurare almeno in parte con la sua assoluta epicità quello che della storia è il vero protagonista ovvero il teppista Fura Taishi, ex giocatore di baseball non particolarmente dotato a scuola e venuto fuori da una banda di poco di buono di cui fanno parte gli amici Kyou - che ci rimetterà la pelle praticamente subito, divenendo il motivo scatenante la storia stessa - e Aki - che rimarrà senza un occhio e in seguito sposerà lo stesso Fura. 

E soprattutto lei: Minami. Dolce scolaretta di giorno e implacabile ghoul con la testa da zucca in pieno stile Halloween la notte; capo addirittura dei ghoul del distretto 13, quegli esseri che verranno definiti come "abomini" da Arima e "Godlike" invece da Aki. Con l'unica colpa di essere una ghoul e pertanto, pur desiderando vivere una vita normale come gli umani, avercela con quelli tra gli stessi che rovinano le loro vite inconsapevoli del grande dono ricevuto. 

Un finale piuttosto semplice e senza sorprese: Arima che deve cambiare scuola - non prima di aver ucciso insieme al compagno 13 ghoul più altri due alla fine -; Fura che sposa Aki e diventa a sua volta ispettore del CCG - le colombe, ovvero la squadra anti-ghoul -; Minami il cui corpo viene portato presso il CCG. 

Di mezzo tutti i concetti ai quali la serie ci ha abituati, senza alcunchè di nuovo: kagune - ovvero il particolare organo che fa dei ghoul quello che sono - quinquie - dei kagune estratti dai Ghoul che vanno a formare le armi delle colombe - distretti . qui siamo nel 13 come già detto. 

Una colonna sonora finale passabile. 

Alla fine la massima epicità è rappresentata dal modo di vestire di Fura - chè uno che si presenta a scuola con le infradito di Sampei e i pantaloni corti moda acqua alta a Venezia fa sempre molto figo - e dalla strana scelta di Arima che contiene la sua spada in una custodia di violino. 


In conclusione un piacevole spin-off che nulla aggiunge comunque al manga ma che resta godibile nei suoi 24 minuti.

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