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martedì 13 gennaio 2015

Do you remember my lullaby: I remember

Immagine presa dal sito dell'autore



Capita qualche volta che un gioco ti faccia riflettere: "Do you remember my lullaby" sembra fatto appositamente per questo. 

In una gemma della durata complessiva di 25 minuti, lo sviluppatore - tale Kan Reives Gao, non nuovo a esperienze queste come questa, basti vedere la sua home page - riesce davvero a mischiare le carte ed estrarre dal mazzo qualcosa di notevole. 

Qui vuoi scrivere in breve quali sono i punti che ti hanno colpito con lo stessa potenza di un gancio destro di Tyson allo stomaco. 

1. La storia 

Hai parlato di gioco, in realtà tale non è: chè non c'è interazione, non ci sono comandi, non ci sono tasti da premere. E' una storia da seguire e da comprendere. E' un problema questo? Lo sarebbe in molti casi, potendo risultare tremendamente noioso. Non in questo caso. 

Si tratta delle vicissitudini di una povera madre il cui figlio compie gli anni lo stesso giorno di Natale. Da quel che si comprende il padre è morto e da quel momento la piccola famiglia soffre di ristrettezze economiche. Il Natale - e compleanno abbiamo detto - precedente nemmeno è stato possibile avere una torta. Sul punto di dormire il figlio chiede alla madre se l'anno venturo - questo di cui seguiamo la storia - sarà possibile avere un dolce cosi' come si era usi fare quando il padre era ancora in vita. La madre, sia pure incerta, promette al figlio che sarà cosi. Da quel momento fa di tutto per poter raggiungere questo obiettivo: salta i pasti - dicendo al figlio che ha già mangiato - e accumula i soldi in una sorta di salvadanaio che tiene nascosto in cantina. Il Natale successivo riesce ad avere abbastanza denaro da comprare gli ingredienti. Chiede un favore ad un negoziante - apparentemente di avere un po' di carne da accompagnare nella cena al dolce - dicendogli che è non solo Natale ma anche il compleanno del figlio: questi risponde che non può farci nulla. Prepara l'impasto, lo mette nella pentola ma siccome non ha un posto dove cuocerlo chiede un favore al fornaio del paese il quale acconsente gentilmente. Per la strada viene ripetutamente colpita dai passanti che non si curano di spostarsi al suo passaggio pure se ha un carico (il dolce appunto) per lei prezioso in quanto gli stessi la schifano per la sua povertà. Tutto questo per riuscire a preparare il dolce per il figlio. 

Il figlio, nel frattempo, ha passato il pomeriggio con un'amichetta a casa della stessa. Sembra che la famiglia di quest'ultima sia piuttosto abbiente e anche ben disposta nei confronti dell'amico. Lo invita a restare per la cena e lui chiede loro: "Ci sarà anche un dolce?" "Certo - risponde il padre - quello che preferisci". In conclusione la povera madre - che ha addobbato la povera abitazione al meglio delle sue possibilità con palloncini e candeline - attende che il figlio ritorni fino a notte. Ma lui non ritorna. 

Dopo tutti i sacrifici compiuti, questa è la ricompensa. Non dai certo colpa al figlioletto che è piccolo - cinque candeline, quindi in teoria cinque anni - e ancora non potrebbe capire certe cose. Ma resta che la storia è davvero triste. 


2. La grafica 

E' decisamente molto ben curata sia pure in classico stile RPG deformed. Non ammassi di pixel confusi ma ottima definizione; i colori sono sgargianti e pure le animazioni sono buonissime. Persino la scelta del font - che sembra quanto di meno importante ci possa essere - e il colore bianco a richiamare la neve che cade nei luoghi è ottima. 


3. Lo sviluppo 

Decisamente molto originale. Si parte con un menù che include tre scelte: il classico start - con cui si vede tutta la storia - "scenes" - con cui si possono visualizzare i 5 episodi in cui è divisa, ciascuno protetto da password che si ottiene al termine di ciascuno di essi - e opzioni. Si promette poi, una volta sbloccati tutti gli episodi e aver cliccato sul sito dello sviluppatore di trovare qualche sorpresa a sembra che il sito sia non più raggiungibile. 


4. La musica 

Altro punto forte del gioco: il malinconico suono di un carion che la donna apre di tanto in tanto ben accompagna l'atmosfera malinconica in cui contrastano la situazione della povera madre e quella della famiglia dell'amica del figlio cosi' benestante e più in generale con l'atmosfera natalizia di cui è permeata la città in confronto alla povera abitazione in campagna della protagonista. Di tanto in tanto la madre intona pure lei un motivetto, probabilmente perchè felice di poter mantenere la promessa della torta fatta al figlio. Si chiude con il silenzio, però. 


5. La morale 

Credi che lo sviluppatore lasci ognuno trarre le conclusione che preferisce. Il titolo in particolare appare abbastanza fuori contesto ma ritieni sia un monito. "Ti ricordi la mia ninna nanna?", quella che la tua mamma ti cantava quando da piccolo ne avevi bisogno per farti addormentare: che è poi quella che farai bene sempre a ricordare e non solo quando non la potrai più udire. 

Ad ognuno di noi scegliere la risposta.

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