Altro paio di giochini indie, altro regalino. Stavolta si parte con un'esperienza tra il mistico e l'assonnato - nel vero senso della parola - che include vari concetti e fa una mischia che neanche gli All Blacks nelle loro stagioni migliori, per poi passare ad un'avventura breve e costellata di talmente tanto color rosa da fare invidia al Tenerone del Drive In.
Andiamo per ordine. In Wait il tuo protagonista è... Un'agente infiltrato della polizia? No, di più. Un'eroe? Macchè, molto di più. Una divinità in lotta con le altre? Ma non scherziamo quelle sono robe da Saint Seiya. E' l'inquilino di uno strano appartamento, dove ne succedono di ogni. Incluse apparizioni e sparizioni.
E' una storia di fantasmi, allora. Beh...in parte forse si, in realtà è un più che discreto Indie RPG semi horror - diciamo cosi, dai - realizzato per un concorso - quindi in totale economia di mezzi e tempo - da un certo rest.less games - non ci credi che dietro a questo nome che sa di software house ci possa essere un pool di sviluppatori - tedesco e con delle idee molto confuse nel senso buono del termine.
Analizzi prima la componente RPG cosi' fai presto: no menù - solo tornare al gioco, cancella e torna al titolo - poche volte verranno recuperati degli oggetti e meno ancora verranno usati. Puoi però girare liberamente per le varie, chiamiamole "incarnazioni" della stanza e raccogliere sia indizi necessari per proseguire il gioco, sia piccole notazioni sugli oggetti che ti circondano che ti portano progressivamente a capire che qualcosa sta succedendo. Il tutto con sullo sfondo una scritta misteriosa sul muro, il cui numero continua a cambiare. Crederesti sia una sorta di data ma non ne puoi essere sicuro perchè - ed ecco l'ideona, magari cosi' ci facciamo anche la prosecuzione - non verrà mai spiegato in realtà cosa possa significare.
Il comparto sonoro è alquanto scarno anche se la colonna sonora è piuttosto carina; quello grafico è negli standard del classico RPG salvo una buonissima definizione e il bando dei contorni pixellosi.
La durata è di circa un'ora; il massimo che può accadere è di rimanere brevemente impigliati nell'unico enigma presente - e di prendersi poi a sberle per almeno 20 minuti per non esserci arrivati subito: ecco perchè il gioco dura un'ora.
Allora cos'ha di buono questo gioco? L'idea alla base senz'altro. La strana storia che parte col rendersi progressivamente conto di essere l'inquilino di una casa un po' speciale le cui precedenti "incarnazioni" sono rivissute dal protagonista in sogno. Fino a scoprire di questi esseri "molto più saggi e antichi" degli umani che esigono ogni circa 100 anni un contratto con gli stessi per motivi che, sinceramente, non hai nemmeno ben capito. Ecco, cosi' vi ho anche spoilerato il finale.
In totale un giochino accettabile anche se non un'opera d'arte. Suscettibile comunque di continuazioni e questo fa ben sperare perchè il plot - lo ripeti - è quanto mai strano ed intrigante.
Dopo esserti allegramente immersi in atmosfere surreali, arrivi a Very Pink Game.
Un gioco che - a parte essere davvero rosa - non offre in realtà cosi' tanti spunti.
Sviluppato da Sheepherder, che credi essere un pastore le cui pecore devono avere la lana rosa o in alternativa uno che ha mangiato parecchio gelato alla fragola, si tratta di un'avventura della durata stimata di circa 1/2 ora.
Tutto viene ridotto all'osso: dai comandi - i soliti frecce direzionali, Z e X - alla storia - che si riduce a trovare una ciambella per un tizio che ha impedito ai cittadini di frequentare un parco e si fa chiamare Jimmy Patatina Fritta venendo pure considerato un gran figo - alla giocabilità - il personaggio sembra alquanto legato nei movimenti e non vi è possibilità di correre. La componente RPG consiste in un menù - richiamabile con il tasto X - che non sarà tuttavia mai utilizzato pur essendo comprensivo di status, equipaggiamento, magie etc. e nel fatto che si possa vagare abbastanza liberamente nelle varie schermate - che saranno una dozzina in tutto - per cercare oggetti che potrebbero sembrare essere utili per completare delle sidequests laddove invece servono tutti per procedere con la scarna storia principale.
La grafica è volutamente pixellosa e i colori rosa e bianco dominano: solo nel finale, dopo aver potuto superare il parco grazie alla ciambella che dai a Jimmy Fries, le ultime due schermate assumono un po' di colore. Non sono presenti immagini per i fondali o schermate di dialogo che mostrino avatar dei personaggi.
Le musiche sono poche e molto scarne; tutto il gioco è caratterizzato da un'essenzialità un po' esagerata che ha comunque il pregio di farti andare dritto al punto e di finire velocemente.
Alla prossima puntata e che il rosa sia con voi.
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