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venerdì 30 gennaio 2015

Resident Evil 1 Remastered: 6 punti notevoli


Ed eccoci con un post che forse non ha una precisa collocazione nel blog ma lo ha sicuramente nei tuoi ricordi e nella tua mente chè da quando hai visto la prima volta quel zombie voltarsi perchè tu (Chris o Jill che siano) non ti sei fatto i fatti propri hai capito cosa si intendesse con RPG horror. 

Perchè ne parli? Perchè recentemente è uscita una versione rimasterizzata del gioco per PS4 o Xbox One - per la precisione la data della release è stata il 19 Gennaio 2015 - figlia di un'altra versione precedentemente uscita nel 2002 per GameCube che si basava sul capolavoro del 1996 per PS1. E anche perchè hai in mente di dare alcuni post che vi saranno vagamente connessi. 

Signori e signore, in tutto il suo splendore: Resident Evil, l'originale, il primo, il più pauroso, l'unico. 

Non ti vuoi troppo perdere in chiacchiere come quelle relative al fatto che il gioco in questione abbia definito gli standard di quello che è diventato il genere Survival Horror - a parte forse un titolo di due anni precedente, Alone in The Dark, per nulla comunque comparabile quanto a gameplay -; oppure cimentarti in una scelta tra i capitoli della saga - ormai giunti alla settima incarnazione; oppure parlare di come, dal 4 in poi, la saga sia molto cambiata perdendo forse il suo attributo originale. Nemmeno vuoi analizzare tecnicamente il gioco, materia su cui si possono trovare decine di post in Internet. No. 

Quello che vuoi fare è parlare del capostipite - anche nella sua versione remastered - e semplicemente indicare i 6 punti 6 che ritieni abbiano elevato questo gioco ad autentica perla e capolavoro tuttora ineguagliato per certi aspetti. O semplicemente perchè sono quelli che, parlando di Resident Evil a mente fredda e dopo anni che non ci giochi, ti sono rimasti impressi e hai trovato davvero originali. O forse perchè sono meno scandagliati di altri. Perchè 6, poi? Lo scoprirete se arriverete vivi in fondo a questo post.


1- L'atmosfera

Già hai detto di quella prima scena con lo zombie che si gira dopo che lo hai disturbato mentre era intento a papparsi Kenneth: da li in poi ti trovi completamente immerso nell'esperienza di gioco con un opprimente senso di qualcosa che incomba su di te pur se non sai cosa. Solo per citare due altri momenti - dei tanti - in cui te la sei fatta sotto: quando improvvisamente i cani rompono le finestre del corridoio e cominciano ad inseguirti per quegli spazi angusti mentre tu sei già oltre


e quando invece per la prima volta appaiono gli hunter al tuo ritorno alla magione dopo aver visitato la depandance con quell'improvviso stacco di inquadratura e quella corsa folle in prima persona 


Tecnicamente poi quelle telecamere fisse e quei cambi improvvisi di inquadratura fanno proprio tutta la differenza. No, davvero, paura vera.


2- Le musiche

Decisamente in tono con l'atmosfera stanno le musiche. Alzi la mano chi non ha provato sollievo e non è uscito con "Grazie a Dio, per fortuna" sentendo la dolce melodia della stanza sicura con il proprio personaggio praticamente quasi morto e nessuna cura con sè dato che lo spazio nell'inventario quello era. 

Pur quando accade qualcosa di improvviso partono delle musiche incalzanti, giusto per dirti "Fai svelto che altrimenti muori"; poco conta che in realtà non sia cosi', la sensazione è quella. 

Ma la cosa più scioccante, per certi versi, è quell'effetto sonoro combinato alla voce che dice "Resident Evil" quando riparti da un salvataggio o quando inizi il gioco per la prima volta. Generazioni di videogiocatori sono cresciuti imitandola. Davvero.

Di contro i suoni delle azioni compiute - dallo sparo al muovere gli oggetti - sono abbastanza convenzionali. Si, ora che il gioco è uscito da quasi 20 anni, però. Provate un po' ad ascoltare l'abbaiare dei cani - e dai, ce l'hai coi cani - oppure il grido - proveniente da chissà dove - di qualcuno che è in pericolo e poi domandatevi se prima del 1996 avevate mai sperimentato qualcosa del genere. 


3- La mappa

Assoluta genialata della Capcom, la mappa non l'hai a disposizione dall'inizio ma la devi trovare. E non è detto che basti raccoglierla da qualche parte, talvolta devi aguzzare l'ingegno per ottenerla. 


Una volta trovata sarà la tua più fida alleata al fine di evitare di perdersi o di cercare di capire quali stanze siano accessibili e quali non lo siano ancora: chè un altro punto di forza di questo gioco è il fatto che i luoghi li sblocchi pian piano. Non hai molto apprezzato che nella versione più recente le stanze siano segnalate con colore diverso a seconda che abbiano esaurito tutto il trovabile in esse o residuino cose da scoprire o azioni da compiervi; probabile sia la tendenza dei giochi moderni a rendere le cose un attimo più semplici per i giocatori. 



4- I backtracking

Considerati una sciagura da parte di vari videogiocatori - per i quali dopo un po' la mappa di cui al punto precedente non serve più chè tanto hanno memorizzato tutto - sono invece parte essenziale dell'atmosfera oppressiva del gioco. Infinite andate e ritorni lungo quegli stretti corridoi, quelle stanze anguste e quei luoghi esterni costantemente in notturna - chè oh, non importa che ci metti dodici ore e il sole dovrebbe sorgere, tutto si fa in una notte a Raccoon City - per sbloccare posti precedentemente inaccessibili o semplicemente per liberare spazio nel proprio inventario e raggiungere la cassa più vicina. Ore della propria vita a vedere e rivedere gli stessi con la speranza di poter accedere a quella maledetta locazione la cui porta era chiusa per poi...capire che non puoi ancora farlo, lanciare qualche maledizione e ritornare da dove sei venuto. Sperando di aver lasciato l'oggetto necessario nella cassa oppure giri nuovamente dappertutto giusto per raccogliere quel qualcosa di cui non ti eri accorto al primo passaggio. 

Cosa che nella versione Remastered è stata un po' limitata grazie all'utilizzo delle diverse colorazioni per le stanze nella mappa e al fatto che gli oggetto veramente importanti sbrilluccichino permettendoti cosi di trovarli facilmente. 


Alla fine del gioco comunque quella villa o magione o come la vuoi chiamare la conosci meglio delle scale per uscire dal tuo appartamento. Garantito. 


5- Le porte

Sembra una emerita str.....banalità ma quelle porte sono davvero inquietanti. Si tratta di una trovata assolutamente brillante della Capcom per non incappare in caricamenti dei luoghi, questo lo sanno tutti. Ma visualizzandole sale l'ansia nella breve attesa di scoprire cosa vi sarà dietro. 

Se ci aggiungiamo pure che nella versione remastered sono state diversificate - un tocco grafico,per carità, abbastanza veniale ma comunque piacevole - diresti che si tratta di una genialata assurda per quell'epoca. E pure per questa, eh.



6- Gli enigmi

Il pezzo fortissimo di questo capolavoro. Talmente tanti e talmente tanto vari che nemmeno ti perdi a descriverli , perchè il gioco va provato. Però una parola in più ce la spendi: l'inventario gioca un ruolo fondamentale nella loro risoluzione; le documentazioni vanno lette perchè - oltre a contribuire a mettere a fuoco la storia - forniscono non di rado gli elementi essenziali per andare avanti, dal codice per la cassaforte alla combinazione di chimici necessaria per fare il V-Jolt. Che poi magari nemmeno ti serve, aggiungeresti. 



Avresti molto altro da dire di questa perla - e nemmeno è detto che non lo farai chè dipende da come ti gira - ma hai finito gli slot a disposizione. Magari la prossima volta prendi Jill cosi' ne hai un po' di più. Sempre se esci vivo dalla magione. 

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