Ed eccoci all'ennesimo - in realtà il nono, quindi il nonesimo - episodio di Indie RPG, la rubrica che getta uno sguardo sui giochi indipendenti possibilmente RPG e possibilmente horror. Butti stavolta l'occhio su due giochini piuttosto simpatici: uno perchè in linea di massima ben fatto nella sua strabiliante originalità; l'altro perchè proprio non sai che hai giocato e perchè lo hai fatto. Ma lo ha fatto svelto e bene, questo si.
Senza occhiali protettivi e senza creme schermanti, ladies and gentleman, a voi: Delicatte e The God Of The Crawling Eyes.
Di Delicatte fatichi a parlarne. Perchè ti ha emozionato fino a toglierti le parole? No. Perchè è talmente originale e innovativo da non poter essere descritto? No. Perchè ha una grafica da lasciarti a bocca apertaa dar rifugio alle mosche? No. Perchè allora? Perchè non c'è proprio nulla da dire in realtà. E pure in teoria.
O hai sbagliato completamente l'approccio - ti permetti di dubitare - o sto gioco è una delle più grandi trollate dai tempi in cui qualcuno inventò il libro e poi lo utilizzò per schiacciare le mosche.
All'inizio il gioco sembra anche promettere benino: grafica accettabile e forse un po' troppo pucciosa un menù di gioco - accessibile tramite il consueto tasto X - che sembra preludere buone cose vista la sua completezza, atmosfera piuttosto cupa ma attraente allo stesso tempo.
Bastano però pochi minuti non tanto per capire che sei di fronte ad un gioco che non ha nulla di realmente interessante quanto per ...finirlo. Nella maniera più strana possibile aggiungeresti: dopo un continuo interrogarsi sul senso della vita...no, davvero non lo spoileri, se volete saperlo soffrite un po' pure voi e giocatelo.
Ultima citazione per le musiche: sono poche ma davvero fatte bene; in grado di trasmettere quella malinconia struggente di chi si interroga sul senso della vita e sulla ragione per viverla. O almeno credi visto che non lo sai; fai che sono belle e sicuramente la parte miglior e del gioco e sei a posto.
Volete davvero provarlo? Beh, è stato sviluppato - per fare uno scherzo, dai - da Skirt e lo potete scaricare qui.
E dopo il delicato Delicatte passiamo invece ad un gioco davvero ben fatto nella sua estrema semplicità: The God of The Crawling Eyes. Sviluppato da Housekeeping e scaricabile qui, il gioco narra la storia di uno studente daltonico - che proprio non vede alcun colore in realtà - che affronta il classico giorno di scuola...almeno cosi crede. Scoprirà molto presto che il suo istituto non è proprio quello che sembra.
La storia è decisamente il primo punto forte del gioco. Sembra assolutamente convenzionale e scontata ma viene arricchita dalla presenza di più possibili finali collegati prevalentemente a risposte da dare in certi momenti della conversazione. Non vuoi proprio dire altro, il gioco va provato; se non altro perchè in un'oretta si è in grado comodamente di vedere i vari finali.
La grafica è molto stilizzata e semplice; lungi dall'essere una mancanza, questo aumenta il senso di approssimazione che si avverte lungo il gameplay, l'incertezza nelle azioni che vengono compiute e nelle possibili conseguenze. Ed è quasi tutta in bianco e nero in conformità al daltonismo del protagonista: trovata molto creativa che permette anche di contenere il gioco in pochi MB.
La componente RPG è ridotta all'osso. Niente menù, un inventario che appare sotto forma di barra fissa nella parte inferiore dello schermo; limitata al minimo l'interazione con gli oggetti, il che permette di arrivare alla soluzione dei - semplici - enigmi piuttosto velocemente; nessuna necessita di selezione dell'oggetto per l'uso - il gioco usa automaticamente la risorsa necessaria.
La giocabilità è molto buona. Il personaggio viene comandato dai classici tasti direzionali e la pressione del tasto shift permette la corsa che sarà essenziale in alcuni frangenti.
Il comparto sonoro è buono; non esiste una colonna sonora portante laddove sono invece presenti dei rumori a sottolineare determinati momenti di gioco. Sarò possibile dopo aver finito il gioco almeno una volta accedere ad una stanza precedentemente chiusa a chiave dove poter accendere lo stereo e sentire quella che presumibilmente è la colonna sonora del gioco.
Questo è il secondo punto di grossissima forza del gioco: può essere rigiocato più volte. Non solo e non tanto per provare le diverse scelte che conducono a finali alternativi quanto perchè il finirlo comporta la possibilità di sbloccare alcune stanze precedentemente precluse - quali dipenderà dal finale ottenuto - con cui ottenere dei gustosi bonus, sia pure ininfluenti ai fini del gameplay. Un gioco, insomma, la cui longevità risulta essere ben maggiore di quella classica che ci si aspetterebbe dagli appartenenti alla sua categoria.
Ultima citazione per la componente horror: non consiste tanto di immagini raccapriccianti - che la grafica stilizzata nemmeno consente - quanto di corse contro il tempo e di possibilità veramente molo alte di trovare un game over totalmente inaspettato persino...guardandosi allo specchio.
In conclusione un gioco da provare sicuramente per sperimentare qualcosa di diverso e sicuramente apprezzabile soprattutto dal punto di vista creativo.
E' tutto...occhio, eh.
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