Non succede molto spesso che gli RPG Indie abbiano un sequel e men che meno che si possa parlare di una vera e propria serie. Le ragioni non le sai ma possono consistere nel fatto che si tratta di progetti molto veloci - e non di rado collegati a dei semplici concorsi rapidi - , nella dimensione puramente dilettantistica degli stessi - chè se non c'è nulla da guadagnarci le cose si fanno per passione o divertimento una volta, poi tutto il lavoro che c'è dietro non paga, letteralmente - , nella mancanza di programmazione iniziale - perchè per fare delle serie bisogna aver in mente una storia da sviluppare in più capitoli fin dall'inizio a meno che non ti chiami Final Fantasy e hai dettato tu le regole - oppure nell'aver - e lo auguri a tutti i volenterosi sviluppatori - fatto di quella passione un lavoro che ha portato a produzioni ben più proficue e organizzate.
Quale sia la ragione, il dato rimane: non si vedono molte serie o "saghe" nei giochi RPG Indie. Oggi ti trovi a parlare di una piacevole eccezione, un giochino che sforna al momento ben tre incarnazioni e le cui potenzialità non sono nemmeno probabilmente finite. O forse lo sono ma non è un problema: una serie che significa "mangiabugie" può pure permetterti di spararne qualcuna.
Signori e signore: LIEAT I, LIEAT II, LIEAT III.
I tre giochi in questione sono sviluppati da △○□× - e complementi per il nome, un premio a chi sa leggerlo; per fortuna poi l'autore si firma anche come Miwashiba che non hai la più pallida idea di cosa significhi uguale ma almeno riesci a sillabarlo - e sono tutti scaricabili presso il blog giapponese o, se volete capirci qualcosa, pure presso quello inglese. In tutti impersonerai un dinamico duo composto da un tizio che si spaccia all'occasione per poliziotto o detective e una drago femmina con il peculiare potere di divorare le bugie.
Presentano tutti lo stesso schema base quindi te la caveresti pure con poco - un post e prendi tre piccioni, mica male -; se non chè tale schema è davvero ma davvero ben fatto, quindi non garantisci di cavartela in breve.
Il primo punto di forza è dato decisamente dalla componente RPG, almeno a livello grafico. Salta infatti all'occhio immediatamente l'accuratezza dei particolari con un menù decisamente ben pensato e privo di voci inutili richiamabile agevolmente tramite il tasto X e interagibile con il tasto Z - che è poi il tasto azione in generale. In esso troveranno spazio i salvataggi, gli oggetti - molto interessante l'idea di porre delle note che il vostro personaggio principale scrive e che potranno essere rilette in qualsiasi momento - e la schermata di status.
Perchè stiamo parlando di un RPG e qui i personaggi possono anche livellare attraverso combattimenti che risultano comunque talmente facili da risultare persino imbarazzanti. Un level up che, pur arrivando, non cambierà molto le carte in tavola: si può tranquillamente sconfiggere anche il boss finale senza mai farlo in estrema agilità. E' previsto comunque il game over ma davvero l'unica maniera per vederlo è quella che diremo più avanti: se lo vedete durante il gioco, lasciate pure perdere gli RPG e qualunque attività richieda l'uso del cervello in generale chè proprio non fa per voi. Pochi sono gli oggetti da trovare - in particolare si tratterà di un paio di armi per innalzare le statistiche dei due personaggi - mentre molti e infiniti sono i dialoghi con i pochi personaggi presenti in ogni storia che inevitabilmente condurranno all'indicazione di cosa fare poi. Gioco decisamente semplice in cui il finale "vero" viene raggiunto seguendo pedissequamente queste indicazioni: diviene stimolante trovare invece i finali alternativi.
Abbiamo detto che la componente RPG è un punto di forza a livello grafico: parliamo allora della grafica del gioco. E qui sono davvero applausi a scena aperta. Talmente tanti disegni piacevoli in ogni fase del gioco, dall'inizio - notare pure la stessa schermata iniziale -
alle fasi salienti del gioco
pure quando le forme sono solo stilizzate ma conferiscono davvero un'idea di eleganza notevole
E non finisce qui: alcuni momenti sono addirittura caratterizzati dall'introduzione di alcuni mini filmati disegnati davvero piacevoli e che permettono di ricatturare l'attenzione che forse un po' tende a scendere visto i gameplay molto lineare.
Tutte queste piccole perle grafiche saranno poi rivedibili nella stanza cui si accede alla fine del gioco che contiene tutte le immagini, tutte le note, tutti i filmati e una gustosissima lista di tutti i personaggi con le loro caratteristiche e una breve descrizione del loro ruolo nella storia.
Storia che è sempre diversa l'una dall'altra e slegata - pur se qualche piccola citazione, a mo' di pubblicità, è contenuta - tanto che in realtà non serve seguire un ordine preciso nel giocare i tre capitoli pure se è consigliabile comunque andare di 1-2-3. Non si tratta di capolavori anche perchè la durata media di ogni episodi o è di circa 40 minuti e del resto che il gioco sia comunque fatto in economia lo si può desumere dal fatto che le ambientazioni sono poche e piuttosto spartane. Poco ma molto buono comunque con una chiusura del cerchio data dall'ultimo episodio che lascia soddisfatti.
Dove il gioco economizza ancor più e nel comparto sonoro: una sola colonna sonora ci accompagnerà dall'inizio alla fine della esperienza senza che nemmeno vi siano rumori a sottolineare il compimento di qualche azione o qualche momento particolare.
Fa tutto la componente visiva: anche la componente horror risale solo ad alcuni disegni con vittime coperte di sangue che non è comunque facciano saltare dalla sedia nemmeno in una stanza scura. E' più un RPG classico che un horror game.
Infine la giocabilità è buona con movimenti davvero fluidi - in particolare lo spostamento in diagonale premendo contemporaneamente più tasti freccia è possibile e pure molto ben eseguito -; non si corre ma l'andatura comunque abbastanza sostenuta dei personaggi non lo rende nemmeno necessario.
In conclusione, senza dilungarti ulteriormente: giocatevi questi 3 brevi ma interessanti capitoli.
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